LORENZO IL MAGNIFICO

“Natura non produrrà mai più un simile uomo”: disse Caterina Sforza, Signora di Forlì e di Imola, alla morte di Lorenzo de’ Medici, il 9 aprile 1492. Parole significative quelle della vedova di Girolamo Riario, il nipote di Papa Sisto IV, che con lo zio pontefice ordì la “Congiura dei Pazzi”, per assassinare il Magnifico. L’ammirazione che Lorenzo suscitava evidentemente era tale, da suggestionare anche i suoi nemici. Nato il 1 gennaio 1449 a Firenze da Pietro di Cosimo il Vecchio e da Lucrezia Tornabuoni, successe al padre nel governo della signoria, insieme al fratello Giuliano che però si tenne in disparte, riconoscendogli un’abilità politica non comune. Lorenzo modificò la costituzione fiorentina accentrando a sé il potere, mantenendo tuttavia il consenso popolare. Le sue capacità diplomatiche gli valsero l’appellativo di “ago della bilancia italiana” ma i talenti di Lorenzo sconfinarono oltre la sfera politica. L’interesse per le arti, ne fecero non solo un letterato ma anche un importante mecenate, definito “il Magnifico” dai suoi protetteti, tra i quali: gli umanisti Pico della Mirandola, Marsilio Ficino, Angelo Poliziano e Luigi Pulci, i pittori Antonio Pollaiolo, Filippo Lippi e Sandro Botticelli, lo scultore Andrea del Verrocchio e l’architetto Giuliano da Sangallo. Fondò, inoltre, la prima Accademia d’arte d’Europa, frequentata anche da un giovanissimo Michelangelo. Nel 1469 sposò Clarice Orsini, evento nel quale pare furono consumati diciassette quintali di dolciumi. La consorte, figlia del nobile romano Jacopo Orsini e della sorella dell’influente Cardinale Latino, gli diede 10 figli, tra questi: Giovanni divenne Papa Leone X, Maddalena sposò Franceschetto Cybo figlio di Innocenzo VIII e Giuliano sposò Filiberta di Savoia. Il 26 aprile 1478 sfuggì ai sicari della “Congiura dei Pazzi”, con disappunto di Papa Sisto IV che pur di liberarsi del Magnifico lo scomunicò e gli dichiarò guerra, con Ferdinando I di Napoli e la Repubblica di Siena. Il suo talento diplomatico gli permise però di ottenere i favori degli alleati pontifici ed il Papa desistette dalle sue mire. Successivamente il Magnifico siglò intense e alleanze che garantirono un periodo di stabilità nella penisola, non a caso due anni dopo la sua morte nel 1494, Carlo VIII invase l’Italia.

giugno 2010

pubblicato dalla casa editrice Play Press di Roma