La chiesa montelliana dei Santi Lucia e Rocco a Biadene e il suo ossario della Grande Guerra

L’abitudine talvolta ci fa guardare con disattenzione al patrimonio architettonico e storico dei nostri paesi, e approfondirne la conoscenze spesso si rivela quanto mai interessante. Un esempio in tal senso è di certo la chiesa montelliana dei Santi Lucia e Rocco a Biadene di Montebelluna e il suo ossario della Grande Guerra. Ubicata in via Bongioanni sul versante biadenese del Montello venne edificata nel 1895 in seguito alle disposizioni della legge “Bertolini”, secondo la quale oltre a disboscare quanto rimaneva dell’antica foresta montelliana, andava ricostruito sulle rovine della chiesa precedente, un nuovo edificio di culto. Dedicata ai Santi Lucia e Rocco, venne progettata dell’arch. Monterumici e si narra che per acquistare i materiali da costruzione, le famiglie di Biadene si autotassarono, versando quotidianamente il valore monetario di un uovo. Storia che al giorno d’oggi fa sorridere ma a quei tempi anche potersi permettere mezzo uovo era un lusso: se ne deduce che l’importo versato fosse quindi tutt’altro che modesto. Sul vicino pianoro, nel 1925 venne poi eretto anche il monumento-ossario della Grande Guerra. La storia di questo luogo di culto però è ben più antica poiché in origine vi sorgeva un “Casteller”, una sorta di fortificazione militare o piccolo castello circondato da un fossato (tutt’ora presente). Edifici simili solitamente venivano eretti in uno dei quattro punti astronomici denominati per l’appunto “i castellieri”, vale a dire: luoghi utili per l’osservazione del cielo perché indicavano ad esempio la posizione del sole all’alba, oppure al tramonto e così via. In seguito sulle rovine del “Casteller” sorse la chiesa di San Michele Arcangelo ma poiché alla fine del 1500 la Serenissima requisì tutto il colle del Montello, distruggendo le abitazioni e obbligando la popolazione a trasferirsi in pianura, per poter sfruttare il bosco con la coltivazione di querce, finalizzate la costruzione delle navi, così la chiesa, con il tempo, venne progressivamente abbandonata. Caduta in rovina l’edifico sacro fu addirittura demolita nel 1811 perché si diceva che lì andassero a rifugiarsi i disertori dell’esercito napoleonico, essendo il bosco cosi fitto che chi non era pratico rischiava di perdersi. Ma i biadenesi non dimenticarono mai questo luogo e la loro antica chiesa così nel 1895 venne riedificata e sul pianoro a fianco, nel 1925 venne costruito il monumento-ossario, per raccogliere le spoglie dei biadenesi caduti durante la Grande Guerra. L’ossario è stato progettato dal capomastro e artista Alberto Zane in collaborazione con Guglielmo Granzotto, e ospita internamente una cella dove hanno trovato sepoltura 36 cittadini, 14 dei quali originari di Biadene. Il monumento è realizzato in pietra del Montello bocciardata ed è composto da più elementi architettonici: sopra al basamento a croce latina di 11 metri per 7 che racchiude la cella, tre scalinate di sette gradini ciascuna conducono a un obelisco a base quadrata alto circa 17 metri, in cima al quale c’è un faro che viene acceso ogni notte.

(pubblicato dal periodico “Insieme con fiducia” edito dalla Banca della Marca – aprile 2017)