LE ORIGINI DELLA MUSICA CLASSICA

 
Una delle espressioni più alte dell’arte e della comunicazione umana è di certo la musica classica. A questo genere appartiene la creatività sonora mitteleuropea più colta, espressa nel corso di un vasto periodo che va dalle origini della musica stessa, fino ai primi del Novecento. Periodi precisi vengono distinti, in quest’ampio lasso di tempo, per riconoscere le differenti tendenze artistiche maturate dagli innumerevoli compositori della musica classica: il Canto gregoriano, il Rinascimento, il Barocco, il Rococò, il Classicismo, il Romanticismo e Impressionismo.
Inizialmente la musica era prevalentemente vocale, gli strumenti musicali non erano guardati con approvazione negli ambienti religiosi, dove si coltivava maggiormente l’educazione musicale, tant’è che solo con il Rinascimento, gli strumenti riuscirono ad imporsi (con fuga, concerto e sinfonia).
Nel nostro continente, fino all’anno Mille quest’espressione artistica si suddivideva in sacra e profana, quest’ultima praticata dai trovatori ma nel Medioevo è il Canto gregoriano ad essere ricordato come l’espressione più alta della musica. Il nome si deve a Papa Gregorio Magno (590-604) che ebbe il merito di ufficializzare i canti nella liturgia, raccogliendoli e orinandoli in un volume denominato Antifonario.
Va ricordato che fino al 700 non si userà alcuna scrittura musicale ma, solo dei segni mnemonici per i cantori, ai quali seguiranno le notazioni neumatiche fin quando Guido d’Arezzo (991 circa – 1050) introdurrà le note musicali.
Il Rinascimento che va dal XV al XVI secolo vede tra i momenti più alti la nascita della Scuola Fiamminga, con i suoi complessi intrecci vocali: la fusione di quest’innovativa forma di canto corale con l’estro italiano contribuirà alla creazione della monodia accompagnata, “riabilitando” così la musica strumentale. Un importante protagonista di questo periodo è sicuramente il cremonese Claudio Monteverdi (1567-1643) al quale si deve la nascita di una primordiale opera lirica, con la sua Euridice che per la prima volta propone un “recitar cantando”.
Il Barocco musicale, così come nell’arte figurativa, ha l’ambizione di sorprendere lo spettatore, attraverso il virtuosismo strumentale che caratterizza le principali composizioni realizzate tra il XVII e nella prima metà del XVIII secolo. In questo periodo Georg Friedrich Händel (1685 -1759), musicista tedesco naturalizzato inglese, fu tra i più apprezzati interpreti del suo genere, grazie a componimenti quali il celebre “Alleluia”. Il clavicembalista di maggior rilievo di questo momento della musica classica è stato di certo Domenico Scarlatti (1685 – 1757), autore di pregevoli sonate che seppero incantare anche la regina Maria Barbara di Spagna. Ben diversa fu la sorte di Johann Sebastian Bach (1685 – 1750) il cui genio non venne compreso dai contemporanei: il maggior compositore dell’epoca barocca fu, infatti, riconosciuto tale sono nell’Ottocento, quando si capì la complessità e grandezza della sua arte.
Il Rococò nella storia della musica classica, viene identificato soprattutto in alcune composizioni francesi, più intimistiche e raffinate del diffuso Barocco, e fra i suoi maggiori esponenti vanno ricordati Jean Philippe Rameau e Carl Philipp Emanuel Bach.
Il periodo del Classicismo va dalla metà del XVIII secolo al primo ventennio dell’Ottocento e tocca il suo apice a Vienna con interpreti del calibro di Wolfang Amadeus Mozart (1756 – 1791) la cui sfolgorante carriera iniziò fin dall’infanzia, tant’è che venne considerato un “fanciullo prodigio” grazie ad un talento che gli consentì di cimentarsi dalla sinfonia al melodramma, sempre con risultati eccelsi, basti ricordare la sua opera lirica “Il flauto magico”. In questo periodo storico della musica classica è importante rilevare che, le orchestre si ampliano con nuovi strumenti, non è quindi un caso che il clavicembalo abbia ceduto il passo al fortepiano, la cui sonorità era più ricca d’espressione. Ludwig van Beethoven (1770 – 1827) chiude questa fase divenendo una sorta d’anello di congiunzione tra il Classicismo ed il Romanticismo, talentoso ed audace al punto da inserire la voce in una Sinfonia (tradizionalmente strumentale), compose Concerti e Sonate ineguagliabili.
Dal XIX al XX secolo s’impone il Romanticismo, i musicisti più attenti ai lori sentimenti che al consenso, compongono opere maggiormente intimistiche ma non per questo, esenti da virtuosismi. Franz Schubert (1797 – 1828) raffinato pianista e compositore, produrrà soprattutto Lieder (brani per voce e piano) mentre Hector Berlinoz (1803 – 1869) avrà il merito d’introdurre importanti innovazioni nell’orchestra dando ampio respiro alle percussioni.
Il polacco Fryderyk Chopin (1810-1849) può essere ritenuto l’icona del pianista romantico e, la delicatezza dei suoi componimenti gli valse l’appellativo di “poeta del pianoforte” mentre l’ungherese Franz Liszt (1811 – 1886) seppe compiere dei veri e propri voli pindarici con la tastiera, ponendo le basi del pianismo moderno. Grande innovatore del melodramma Richard Wagner (1813 – 1883) non si limitò a curare la musica ma scrisse anche i libretti delle sue opere mentre in Italia il grande Giuseppe Verdi (1813 – 1901) creava melodrammi immortali tra i quali Traviata, Trovatore e Rigoletto, divenendo il più importante compositore italiano d’opera lirica. Johannes Brahms (1833 – 1897) s’impose in campo sinfonico, proseguendo idealmente il lavoro di Beethoven mentre Gustav Mahler (1860 – 1911) mise a frutto la sua creatività sperimentando nuove sonorità e tecniche musicali, tant’è che è ritenuto il pioniere della complessa musica contemporanea.
L’impressionismo nella musica così come in altre forme d’arte induce ad abbandonare la tradizione, così sinfonia e sonata cedono il passo nelle composizioni di autori del calibro di: Claude Debussy, Erik Satie, Maurice Ravel, Paul Dukas, Alexander Scriabin, Frederick Delius e Ottorino Respighi.
Il periodo a cavallo tra l’Ottocento ed il Novecento è caratterizzato quindi da musicisti originali e non facilmente collocabili in un genere preciso, si delineano quindi personalità di spicco quali Giacomo Puccini (1858 – 1924) mirabile compositore di melodramma cui si devono opere quali Manon Lescaut. Igor Stravinskij (1882 – 1971) è tra gli ultimi nella storia della musica classica ma non certo per grandezza, la sua sensibilità e capacità di sperimentazione gli consentirono di avvicinarsi al jazz (Ragtime, Piano Rag Music) fino a scoprire la Dodecafonia.

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