LA STORIA DEL MUSICAL

 
  
Il musical nasce ufficialmente il 12 settembre 1866 al Niblo’s Garden Theatre di Broadway, a New York (Usa). L’unione di due compagnie teatrali europee, una di prosa e l’altra di ballo e canto, portò alla produzione di “The black crook”, uno spettacolo innovativo che diede vita ad un nuovo genere d’intrattenimento. Diretto ma anche complesso e basato sull’equilibrio tra musica, canto, danza e recitazione, senza trascurare costumi e scenografie, il Musical seppe conquistare subito il pubblico che negli Stati Uniti era particolarmente vario, composto per lo più da immigrati che provenivano da ogni dove, talvolta conoscendo a stento l’inglese.
Un linguaggio universale come la musica ed il ballo, uniti ad una prosa convincente riuscirono a comunicare, con un’immediatezza tale che il genere si diffuse rapidamente in tutta l’America, sbarcando poi negli anni Venti a Londra, tuttora capitale europea del musical.
Nello stesso periodo nacque anche il Musical cinematografico con “Il cantante di jazz” di Alan Crosland, distribuito dalla Warner Bros nel 1927, che contribuì ulteriormente alla diffusione di questo genere di spettacolo.
In realtà le origini del musical vanno ricercate più lontano poiché è nell’operetta che affonda le sue radici, evolvendosi in una forma più “popolare” che ben rispondeva al gusto degli statunitensi.
In un secolo e mezzo di storia questo genere di spettacolo ha mietuto innumerevoli successi, tra i quali forse il più grande va attribuito a Cats, il musical opera di Andrew Lloyd Webber che ebbe la geniale idea di mettere in scena la storia dei gatti del quartiere di Jellicle, ispirandosi alla raccolta di poesie dedicate ai felini domestici “Old Possum’s Book of Practical Cats” di Thomas Stearns Eliot: costumi, trucco, musiche, brani e trama originale ne fanno di certo una delle rappresentazioni più longeve della storia del teatro oltre a record d’incassi, per in numero di spettatori che dal debutto dell’11 maggio 1981 al New London Theater nel West End di Londra, vi hanno assistito.
In tempi più recenti, “Notre Dame de Paris”, lo spettacolo francese del 1998, scritto da Luc Plamond e composto da Riccardo Cocciante, ha conquistato il pubblico, con la triste vicenda di Quasimodo, il campanaro della cattedrale parigina, vittima di un amore non contraccambiato, per la bella Esmeralda.
Meno drammatico ma altrettanto apprezzato è stato di certo “Aggiungi un posto a tavola” il musical scritto nel 1974 da Iaia Fiastri, che ispirandosi al romanzo “After me the deluge” di David Forrest ha proposto la storia di Don Silvestro, un parroco di montagna cui Dio chiede di radunare genti e animali in vista del prossimo diluvio: una commedia divertente che di certo deve molto alle eccellenti musiche di Armando Trovatoli.
Contestato da alcuni per lo stile anticonvenzionale di certo l’americano “Jesus Christ Superstar” ha saputo mettere in scena in modo efficace l’ultima settimana di vita di Cristo, inoltre, l’opera rock composta da Andrew Lloyd Webber (autore anche de “Il fantasma dell’opera”) su testi di Tim Rice, che ha debuttato a Broadway il 12 ottobre 1971 è stata riproposta anche in versione cinematografica.
Di matrice religiosa anche l’italiano “Forza venite gente” scritto da Mario e Piero Castellacci con Piero Palombo, ispirato alla vita di San Francesco d’Assisi che a dispetto del suo esordio nel 1981, incontrerà il più ampio favore del pubblico, solo dieci anni dopo.
Una particolarità che nonostante la differenza di tema trattato accomuna anche Grease, il musical di Kim Kacobs e Warren Casey che in america debuttò nel 1971 ma che riuscì a raggiungere un pubblico più vasto solo nel 1978, con il film interpretato da John Travolta e Olivia Newton John, rispettivamente l’impomatato Danny Zuko e la brava ragazza Sandy che si ritrovano inaspettatamente a scuola insieme, dopo aver vissuto un amore estivo.
Scritto dalla drammaturga inglese Catherine Johnson il musical “Mamma mia”, il cui titolo si rifà ad una canzone degli Abba del 1975, narra la singolare vicenda di Sophie che in vista dell’imminente matrimonio decide di conoscere il padre: tre i candidati possibili al ruolo di genitore, che tra equivoci e circostanze divertenti, alla fine, entreranno a far parte della vita della ragazza.
Decisamente meno sentimentale “The Rocky Horror Show” ha saputo però riscuotere un seguito d’estimatori che non mai, dalla prima il 19 giugno 1973 a Londra, ha ispirato fan club, tesi di laurea nonché un film tradotto in innumerevoli lingue e pensare che fu scritto dall’attore Richard O’Brien nel tempo libero, in attesa di trovare un ingaggio.
Una storia comune anche agli ideatori di “Hair”, James Rado e Germe Ragni autori dei testi, che venivano da un contesto artistico off-Broadway, dove la sperimentazione creativa s’intrecciava all’impegno politico, in perfetto stile hippy di cui questo musical divenne il manifesto canoro grazie a brani quali “Aquarius”. Il musical cinematografico toccò uno dei suoi picchi più alti nel 1972 con “Cabaret” di bob Fosse che valse un Oscar come migliore attrice protagonista a Liza Minelli, la Sally Bowles che nell’Europa degli anni Trenta si esibisce al “Kit-Kat Club”, vivendo una grande storia d’amore. Il genere musical però ha dedicato spassose commedie anche ai più piccoli, un esempi per tutti Mary Poppins che ispirandosi al celebre film della Disney, è andato in scena nel 2005 al Prince Edward Theatre di Londra, narrando le fantasmagoriche avventure della bambinaia dei Banks.
Un classico che tutti hanno visto sul piccolo schermo è di certo il musical cinematografico “Sette spose per sette fratelli” del 1954, diretto da Stanley Donen che racconta le vicende di una famiglia di montanari dell’Oregon, che pur di accasarsi non esitano a rapire le ragazze del vicino villaggio, il lieto fine è di rigore ma dopo performance musicali, canore e di danza davvero indimenticabili.
Ripercorrendo la storia del musical cinematografico è doveroso ricordare “Cantando sotto la pioggia” del 1952 con Gene Kelly e Debbie Reynolds ma anche “West side story” con la bella Natalie Wood del 1961 oppure, “Hello, Dolly” diretto nel 1969 da Gene Kelly, con Louis Armstrong, Barbara Streisand e Walter Matthau e in fine “Porgy and Bess” diretto nel 1959 da Otto Preminger con Sidney Poitier. Nel 1980 “Saranno famosi” conquistò un successo tale, da ispirare anche una serie televisiva mentre in tempi più recenti “Moulin Rouge” con la brava Nicole Kidman, ha riacceso l’interesse per il musical.
pubblicato dalla casa editrice Play Press di Roma