LA NASCITA DELL’IMPRESSIONISMO

 

 

Monet, Renoir, Pissarro, Cézanne, Sisley, Degas, Guillaumin e Berte Morisot, non avrebbero certo immaginato che la loro sfida all’espressione artistica convenzionale dei “Salon”, avrebbe segnato una svolta nella storia dell’arte mondiale. Il 15 aprile 1874, venne inaugurata a Parigi nell’atelier del fotografo Nadar la prima mostra di questo gruppo di giovani pittori, anticonvenzionali e ribelli accomunati dall’esigenza di trovare forme espressive nuove, slegate dalla tradizione delle Accademie. L’evento fu trattato con sufficienza dai loro colleghi pittori e dalla critica, tant’è che il noto critico del “Charivari”, Leroy, definì “impressionisti”, il gruppo dei temerari artisti, per canzonarli. Nella Parigi di allora si gridò allo scandalo, per questa, irriverente provocazione dei giovani ma orami qualcosa di nuovo era accaduto e nulla fu più come prima. La mostra che si è da poco conclusa a Casa dei Carraresi, a Treviso, ha ripercorso l’evoluzione stilistica che ha portato alla nascita dell’Impressionismo. Visitata da oltre 250.000 persone, la rassegna pittorica è stata allestita proponendo una vasta gamma di opere riconducibili alla tradizione del paesaggio classico francese ma le scene ispirate alla mitologica Arcadia, lasciano presto il posto, all’intimo sottobosco di Hunet e dei suoi compagni della “Scuola di Barbizon”. Il senso profondo della natura pervade le tele, con l’intensità dei colori e con la sapienza di pennellate cariche di spontaneità inusuale e slegate dal rigore accademico. Cariche di poesia le marine di Jongkind e Boudin, sembrano dissolversi nella luce di albe e tramonti estemporanei. Via via si approda alle prime fatiche giovanili di Cézanne, Pissarro, Monet, Renoir, Degas e molti altri esponenti di questa felice stagione artistica. Nella parte conclusiva della mostra le opere che sono già ad un passo dall’Impressionismo, vengono contrapposte, quasi con brutalità alle tele dei maestri dei Salon. Il distacco tra la tradizione e la spontaneità sono stridenti e saltano agli occhi anche dei più profani. “Giovane donna e ibis” di Degas, è probabilmente tra le opere che maggiormente resteranno impresse nella memoria di chi ha visto questa mostra, insieme all’evocativo e bellissimo “Jules De Coeur a caccia con i cani nella foresta di Fontainebleaù” di Renoir. Un appunto però va fatto agli organizzatori, innanzi tutto, per rilevare la brevità della mostra quanto all’allestimento, certamente, la nobile Cà dei Carraresi, poteva offrire spazi più ambi e meno angusti dove disporre le opere che in alcuni casi erano assolutamente maltrattate da una luce a dir poco inadeguate. Non bastano solo buone idee e tele di pregio e grande richiamo per fare di un’esposizione d’arte un evento indimenticabile. Dal 9 settembre 2000 al 14 gennaio 2001 a Casa dei Carraresi, Treviso.

Di Ingrid Feltrin Jefwa
Articoli scritti da 2001 al 2003
come responsabile per il Triveneto
del periodico on-line “Notiziari dall’Olanda