Finiamola con il “mercato dei somari”, l’Italia non è una repubblica presidenziale

Il nostro ordinamento politico non prevede l’elezione diretta del Capo dello Stato, perciò, a cosa servono tanti proclami e candidature?

ITALIA – È risaputo che la Carta Costituzionale Italiana, e mi riferisco a quella originale sottoscritta dall’Assemblea Costituente, è universalmente ritenuta uno dei migliori esempi nel suo genere, tant’è che nei decenni diverse giovani nazioni l’hanno presa a modello. La Costituzione parla chiaro e non lascia dubbi di alcuna sorta, l’Italia è una Repubblica Parlamentare. Nulla a che vedere con le repubbliche presidenziali. Da noi il Capo dello Stato ha un ruolo di garante tra le parti politiche e di rappresentanza istituzionale. Viceversa, nelle repubbliche presidenziali il capo dello stato detiene il potere esecutivo e viene eletto direttamente dal popolo.

Nel nostro ordinamento politico, come recita la nostra Costituzione all’articolo 83: “Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato. L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta”.

Va detto che l’Assemblea Costituente optò per la Repubblica parlamentare, a ragion veduta. L’Italia memore delle atrocità del ventennio fascista non voleva cadere in una nuova dittatura facendosi incantare dal mito di un “uomo forte” improbabile risolutore di tutti i mali del paese: la democrazia non poteva (e non può) farsi turlupinare da retaggi ingannevoli. Da qualche tempo però assistiamo a una sorta di (passatemi l’espressione colorita) “mercato delle vacche” in cui leader di partito e figure eminenti della sfera parlamentare lanciano candidature e sembrano quasi litigarsi il diritto a pretendere il Quirinale. Francamente trovo la cosa sconcertante.

Non solo trovo fuori luogo questa pratica da parte di chi riveste un ruolo istituzionale e dovrebbe quindi avere perlomeno una conoscenza di massima della nostra Carta Costituzionale e di quello che prevede ma m’indigna anche che alcuni colleghi dei media li spalleggiano in questo assurdo teatrino. Che dire poi dei presidenti di regione che esprimono già il loro voto di preferenza? Mah, viviamo in tempi ben singolari in cui anche chi è chiamato a conoscere le norme sembra curarsene ben poco.

Non entrerò nel merito dei possibili pappabili, vi basti sapere che non provo “simpatia” per nessuno degli pseudo candidati al “mercato delle vacche” anche se forse, per non equivocare sul genere, dovrei dire al “mercato dei somari”! Già perché al solito se c’è da individuare una personalità, per un ruolo autorevole, non si pensa mai ad una donna ma chissà perché sempre ad un uomo o… a qualche omuncolo!

 


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