Le grotte montelliane ed il Tavaran Grando

Le grotte montelliane ed il Tavaran Grando
di Ingrid Feltrin
Il carsismo del Montello ha dato origine ad innumerevoli cavità, grotte naturali che rendono il colle, un vero e proprio paradiso per gli speleologi e non solo, visto il crescente interesse per questo tipo di conformazione geologica, sempre più spesso meta di escursioni per scolaresche e visitatori curiosi.
Le grotte del colle montelliano sono davvero molte, ne sono state contate una novantina di dimensioni diverse, dagli anfratti rocciosi come quello che si apre imponente dietro alla sorgente del Buoro di Ciano senza poi estendersi in profondità, al vasto Castel Soto Tera di Volpago nei pressi della presa 10, che si snoda nelle viscere del Montello per ben otto chilometri ed è la terza grotta al mondo tra quelle di conglomerato.
Estremamente conosciute e visitate sono: la grotta del Tavaran nella parte occidentale del colle (presso il Piave) lunga circa 400 metri, il Bus del Bo di Pavei di oltre due chilometri di profondità oppure il Bus del Fun che si sviluppa per oltre mille metri, la quale deve il nome alla sua conformazione poiché è collegata alla superficie verticalmente, come un camino da dove in inverno, con l’abbassarsi della temperatura esterna, fuoriesce del “fumo” prodotto dall’escursione termica, dato che nelle grotte la temperatura è costante tutto l’anno, intorno agli 11 gradi. Il Montello è stato oggetto di studi geologici solo in tempi recenti, d’altronde fino a un secolo fa era Demanio pubblico e quindi sostanzialmente precluso alle genti del posto che tra l’altro hanno sempre guardato con diffidenza alle sue cavità dove gli speleologi cominciarono a calarsi solo intorno agli anni Sessanta.
La conformazione del colle è caratterizzata da un conglomerato ciottoli di rocce carbonatiche saldati fra di loro e risalente al Messiniano (Miocene superiore, fra 8 e 5 milioni di anni fa). Il Montello è percorso da conce o meglio doline (sono circa 2.000), una peculiarità tipica del carsismo che trova la sua origine nella litologia calcarea nonché al lento fenomeno di sollevamento dal Miocene ad oggi, da qui la fratturazione del conglomerato con la conseguente presenza dei fenomeni carsici sia in superficie che nel sottosuolo. Ma vale la pena addentrarsi in una delle grotte più celebri: “Il “Tavaran Grande”, e’ una cavità naturale del sottosuolo che raggiunge notevoli dimensioni per la zona – 495 m di sviluppo longitudinale , di gallerie e corridoi, con probabili collegamenti anche con altre cavità del territorio – spiegano gli esperti Mirko Pavan e Valentina Peruch – Queste cavità naturali possono derivare da processi costruttivi delle rocce o di rottura delle stesse, nel nostro caso era una grotta carsica, ossia di aspetto geologico caratterizzato da carsismo, un insieme di aspetti superficiali e sotterranei causati dall’erosione dell’acqua su roccia calcarea. Sono rocce costituite da calcite e si riconoscono facilmente dalla effervescenza che si crea a contatto con acidi, sono rigate da acciaio e quarzo e non rigano il vetro. Le rocce calcaree appartengono alla categoria delle rocce sedimentarie e si suddividono in sabbiose, arenarie e conglomerati calcarei. Nella grotta si procede a piedi, i corridoi si presentavano con soffitti bassi ed irregolari. Ci sono anche cunicoli verticali che portano a corridoi più larghi. All’interno della grotta l’aria si presenta fresca e pura mentre l’acqua fredda e limpida”.
Visitare queste cavità non è difficile, basta affidarsi alle molte guide esperte che svolgono abitualmente escursioni per scuole e visitatori, tra tutti è doveroso ricordare i volontari dello storico Gruppo Naturalistico Montelliano (i recapiti sono al sito www.gnmspeleo.it) che hanno attivato anche un laboratorio didattico di biospeleologia intitolato allo studioso Antonio Saccardo, che per primo si avventurò nelle grotte montelliane.
“Non è sempre possibile cogliere tutti gli aspetti di quest’habitat così particolare, specialmente accorgersi della fauna – spiegano gli attivisti del GNM – Ciò è dovuto sia alle particolari condizioni ambientali, sia alle dimensioni, quasi sempre minuscole dei normali “abitatori” delle grotte. Il laboratorio di biospeleologia si propone di completare, almeno in parte quest’aspetto; inoltre potrà fornire materiale di studio a questo ramo della Biologia ancora così poco conosciuto. La grotta del Tavaran Longo si apre sul fondo di una “finestra carsica” ed è percorsa da un ruscelletto perenne che ne completa e qualifica l’ambiente. Con uno sviluppo totale di 392 metri, di cui il primo centinaio dedicato alle strutture del laboratorio, per la facilità d’accesso, la morfologia interna e la costante presenza d’acqua si presta a sede naturale dell’attività cui è stata destinata”. Entrare in questo affascinante mondo sotterraneo, che ha alimentato parure e curiosità ma anche senso dell’avventura per molti, grazie anche ai racconti di Jules Verne, non è quindi difficile e può essere un’esperienza davvero ricca di emozioni.

 

(articolo per il periodico “Insieme con fiducia” edito dalla Banca della Marca)