Zaia attaccato per l’approvazione del centro per la transizione di genere

Ora anche in Veneto si potrà cambiare sesso

EDITORIALE – La regione Veneto ha approvato con voto unanime e palese il nuovo centro regionale per le transizioni di genere. La struttura sanitaria sarà ospitata dall’Azienda Ospedale-Università di Padova e offrirà finalmente un servizio pubblico per i disturbi di identità di genere. Si colma quindi una lacuna sanitaria che perdura da anni in Veneto. Ma quello che poteva essere visto semplicemente come un atto dovuto, onde evitare che in regione ci siano cittadini di serie A e di serie B, ha però destato anche delle polemiche.

 

L’estrema destra ma anche alcune personalità della Lega hanno biasimato la decisione. Lo stesso ministro Salvini, in visita a Treviso per un’inaugurazione, interpellato sulla questione, ha lasciato intendere che c’erano cose più importanti da fare prima di questa. Si è scatenato quindi un polverone che è culminato con l’affissione di alcuni cartelli che definiscono Zaia un comunista. Mentre il presidente del Veneto rispondendo implicitamente ai contestatori, ha ribadito che la scelta “è una questione di civiltà”.

 

Da rilevare che viceversa dall’opposizione consiliare regionale è giunto un comunicato di solidarietà a Luca Zaia, per gli attacchi subiti, pur precisando che il provvedimento è comunque tardivo. Insomma, al solito quello che in altri paesi è la normalità qui deve esse sempre oggetto di becere diatribe. Forse perché è facile prendersela con chi è vulnerabile o in minoranza, vale a dire proprio coloro di cui lo Stato ha invece il dovere di prendersi cura con tutele e servizi.

 

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