Isola dei Morti cent’anni dopo tra storia, natura e paesaggio

 

Boschi, praterie, sentieri e monumenti, per non dimenticare la guerra ma anche per celebrare la pace: questo è oggi l’Isola dei Morti.

Un lembo di terra di 112 ettari che si protrae nel greto del fiume Piave, dove nella notte del 26 ottobre 1918 l’esercito italiano aprì una breccia, per liberare la sponda sinistra: dalla Fontana del Buoro a Ciano del Montello gli arditi della I divisione d’assalto e le brigate della VIII Armata guadarono il Piave raggiugendo quella che era chiamata un tempo “Isola Verde”. Le gesta di tanti giovani italiani mutarono le sorti del primo conflitto mondiale, gli italiani ebbero la meglio ma sul campo rimasero migliaia di vite spezzate, da qui il nome “Isola dei Morti”. Ora un’ampia area monumentale, a quasi cento anni da quei drammatici fatti, ricorda il sacrificio di chi ha perso la vita, tant’è che l’isola è divenuta monumento nazionale alla memoria degli Arditi e dei Fanti.

La prima costruzione edificata per rammentare ciò che è stato, risale agli anni Venti con la realizzazione del cippo piramidale in pietra fluviale, sul quale è stata posta una lapide con alcuni versi della Preghiera di Sernaglia, scritta nel 1918 da Gabriele D’Annunzio, mentre sulla sommità del monumento si trova un elmetto militare ed un croce realizzata con del filo spinato. Risale al 1965 la chiesetta dedicata alla Madonna del Piave, voluta dal parroco don Pietro Ceccato e progettata dall’arch. Alberto Alpago Novello, per onorare il sacrificio dei “Ragazzi del ‘99”. Nel 1991 venne inaugurato il monumento “Vita per la Pace”, opera dello scultore Mario Balliana commissionatagli dall’Associazione Artiglieri di Moriago della Battaglia. Oltre a Balliana anche Mussner, Tonello, Giarretta, Modolo, Celato e altri artisti hanno dato il loro contributo per onorare questo luogo che il 3 novembre 2004 è stato visitato dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che conferì la medaglia d’oro al merito civile al Comune di Moriago della Battaglia. Oggi però, pur se la memoria di quel che accadde non è certo perduta, l’Isola del Morti è diventata una sorta di parco, dotato di un’ampia area attrezzata, in un ambiente naturale di grande pregio caratterizzato da un vasto bosco, praterie, laghetti e la presenza del fiume. Flora e fauna hanno trovato in questo luogo un habitat ideale per proliferare e un curato orto botanico, consente ai crescenti visitatori di conoscere le specie botaniche di questo luogo dove non mancano peculiarità quali diversi tipi di orchidee autoctone e la Stipa pennata o Lino delle Fate che a Moriago viene chiamata “Mamai” ed alla quale proprio nell’Isola dei Morti ogni primavere viene dedicata una festa.

I visitatori che giungono nell’isola sono accolti da un lungo viale alberato, particolarmente scenografico che conduce al Centro visite, all’area pic-nic e più avanti alla piazza Ragazzi del ’99, dove si trovano la chiesetta e i monumenti. Lungo il viale d’ingresso si aprono sentieri debitamente numerati, che consentono di visitare l’intera isola fluviale, godendo delle bellezze che i diversi ambienti permettono di ammirare.

Una tappa quindi imperdibile per chi è appassionato di storia ma anche di natura e di attività all’aria aperta.

 (articolo per il periodico “Insieme con fiducia” edito dalla Banca della Marca)