La violoncellista Giulia Mazza, sorda fin dalla nascita, si racconta a Castelfranco

“Se ho talento, perché le mie condizioni fisiche devono rappresentare un ostacolo?”

CASTELFRANCO – Giulia è non udente fin dalla nascita ma è riuscita a portare aventi i suoi studi musicali e ora è un’apprezzata violoncellista: una storia positiva ma anche un esempio e uno stimolo per tanti ragazzi che temono di non riuscire, per le loro caratteristiche fisiche. Martedì 16 maggio al centro Ernesto Bordignon (ore 15) a Castelfranco Veneto si tiene un convegno su come mette al centro la didattica musicale applicata alla disabilità non cognitiva. Organizzato dal organizzato dal Dipartimento di didattica della musica (a cura di Vincenzo Zenobio) del Conservatorio Steffani, proporrà anche questa esperienza come momento di riflessione. Ospite del convegno, infatti, la violoncellista Giulia Mazza, che racconterà la sua storia e si esibirà al violoncello con Gianluigi Bernardi. Sorda fin dalla nascita, Giulia Mazza è oggi una musicista. Anni di esercizio, a pizzicare le corde del suo violoncello. A fianco a lei la nonna, la mamma e Giulia Cremaschi, musicoterapeuta che ha speso tutta la sua esistenza per far uscire dal silenzio tre generazioni di non udenti.

Una vicenda che merita di essere raccontata e che rappresenta per il Conservatorio di Castelfranco uno spunto di analisi sulla didattica musicale e l’inclusività. “Questo convegno di pedagogia è un segnale forte che il Conservatorio Agostino Steffani vuole dare all’indirizzo dell’inclusione didattica – commenta Paolo Troncon, direttore del Conservatorio – esperienze come la vita di Giulia o l’orchestra dei sussurri ci ricordano sempre più che la pratica musicale non è più esclusivo appannaggio dei cosiddetti normodotati. L’obiettivo è sviluppare una didattica inclusiva ed efficace, che abbia gli strumenti per superare le barriere e formare musicisti, docenti e terapeuti”.

Vincenzo Zenobio, docente di Pedagogia musicale al Conservatorio di musica Agostino Steffani quindi spiega che: “Quando i licei musicali e le scuole fanno delle prove attitudinali fanno essenzialmente delle prove di ascolto. Figure come Giulia Mazza, la violoncellista ospite con la sua storia del convegno non sarebbe mai potuta entrare. Da qui partiamo per riflettere in che modo il mondo della musica può sviluppare un’inclusione benevola nei confronti della disabilità non cognitiva. Noi vogliamo lavorare sull’unicità delle persone, non mirare allo standard. L’insegnamento di uno strumento musicale deve essere tarato su misura”. Martedì interverrà anche Valentina Grion (con la partecipazione di Emilia Restiglian), docente all’Università di Padova che terrà un intervento sulla valutazione intesa come momento formativo.