Discussione a Montebelluna sul “cibo sintetico”

Diniego della maggioranza alla richiesta dell’opposizione di approfondire la questione

MONTEBELLUNA – Cos’è il cibo sintetico? Beh, chi voleva capirlo seguendo l’ultimo consiglio comunale di Montebelluna di certo non ha avuto modo di farlo. All’ordine del giorno c’era infatti anche l’approvazione della richiesta di Coldiretti Treviso di esprimere un parere contro il “cibo sintetico” ma le generiche argomentazioni portate dall’associazione di categoria non hanno consentito di approfondire la materia e ancor meno le risposte della maggioranza. A nulla sono valse le istanze dell’opposizione di un approfondimento vista la complessità della tematica. Sulla questione la consigliera comunale Fernanda Favotto, medico di professione, ha fatto alcune affermazioni degne di nota.

“In Consiglio Comunale, all’ ultimo punto dell’ordine del giorno è stata messa ai voti una richiesta fatta dalla Coldiretti di Treviso di esprimere parere contrario al cosiddetto “cibo sintetico” con una serie di motivazioni generiche e che avevano scarse e/o sbagliate motivazioni scientifiche. Da parte delle minoranze è stato chiesto di rimandare la votazione ad altro Consiglio perchè l’argomento è complesso, perchè non era necessario avere più informazioni precise e puntuali, perchè ci sono studi a riguardo in tutto il mondo, perchè “cibo sintetico” non è quello che subito si può pensare appena si sente questa definizione in quanto anche le bistecche a base di vegetali vengono inglobate nel cibo sintetico”.

La dottoressa Favotto, quindi, ha spiegato che: “Le minoranze hanno chiesto, allora, di convocare una Commissione invitando un rappresentante della Coldiretti per approfondire il problema. Sembrava una proposta sensata, al fine di aiutare a comprendere e di capire … Niente da fare. Non è stato considerato importante capire. Non è stato considerato valevole di approfondimento. Non è stato considerato che fosse importante dare un segnale di una Amministrazione che, come minimo, volesse dare un contributo a far chiarezza. Chiudere l’argomento dicendo: “Mangiare carne è una tradizione … ed alle tradizioni ci teniamo …” non aiuta a comprendere il problema”.

La materia è davvero vasta e complessa e di certo non si sta parlando di “bistecche di plastica”, per usare un termine colorito ma efficace. Nella categoria rientrano infatti non solo le carni vegetali, ma anche quelle prodotte in laboratorio da proteine animali senza che alcun animale venga macellato. Si tratta di carni “coltivate” con la clonazione di cellule staminali estratte da animali vivi. Quanto alla dannosità ambientale o ai possibili rischi alla salute umana va detto che su entrambe le questioni si sono espressi ricercatori e scienziati da Oxford ad Amsterdam smentendo rischi e pericoli paventati. Ciò detto, ciascuno ha diritto di pensarla come vuole ma forse in questo frangente si è persa un’occasione importante, per fornire informazioni preziose ai cittadini.

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